La realizzazione di cosmetici a protezione solare ha raggiunto standard elevati in termini sia di performance di prodotto sia di concept. Si esce infatti dai confini prettamente cosmetici per inserirsi in un ambito più ampio ed importante in cui si parla di salute e prevenzione.
Quando parliamo di cosmetici e protezione possiamo individuare 2 diversi obiettivi:
- proteggere la pelle dai danni indotti dai raggi UV;
- proteggere la pelle da una eventuale tossicità dei filtri inseriti nel cosmetico.
Protezione diventa sinonimo di sicurezza, sotto ogni punto di vista.
Il cosmetico deve sicuramente schermare i raggi uv e deve essere sicuramente sicuro se applicato quotidianamente e su superfici di pelle ampie.
I filtri chimici infatti sono fondamentali per neutralizzare il potere lesivo della radiazione, ma allo stesso tempo sono molecole che possono causare irritazione, rossore e prurito su soggetti predisposti.
La prima strategia formulativa è stata quella di inserire pool di schermi chimici così da garantire la protezione solare ma allo stesso tempo ridurre la quantità necessaria di ognuno e minimizzare il rischio di dermatiti.
Ma la ricerca cosmetica studia e si rinnova continuamente proponendo altre strategie secondo razionali specifici.
Ne parliamo con la Dottoressa Francesca Mancini, Valutatore della Sicurezza Cosmetici, formatore in cosmetologia presso diversi istituti professionali, consulente per servizi tecnico-normativi nel settore cosmetico.
Dottoressa Mancini si sente spesso parlare di SPF BOOSTER, che cosa si intende?
Gli SPF booster sono sostanze che, pur non avendo caratteristiche proprie di assorbimento delle radiazioni UV, sono in grado di potenziare l’efficacia filtrante di un formulazione solare aumentandone l’SPF. Sono additivi in grado di promuovere la performance applicativa e funzionale del solare.
Ne sono un esempio gli alchimetilsilossani che migliorano la distribuzione dell’emulsione sulla pelle e mantengono uno strato sottile e omogeneo agendo sulla tissotropia.
Inoltre ora si parla anche di protezione solare allargata ad indicare l’inserimento di attivi utili per ridurre la reattività cutanea e neutralizzare i danni indotti dai radicali liberi prodotti a seguito dell’esposizione ai raggi UV.
Quali sono questi attivi utilizzati nella protezione solare allargata?
Possiamo parlare di 4 categorie distinte. Le vitamine, principalmente Vitamina C ed E, in grado di neutralizzare i radicali liberi. Poi ci sono i lipidi vegetali che contengono acidi grassi poliinsaturi e nella loro frazione insaponificabile rappresentano un prezioso contributo contro disidratazione e invecchiamento. Ne sono un esempio il Burro di Karitè (assorbe 250-300 nm), l’ Olio di avocado e l’ Olio di annato (Bixa orellana). La terza categoria comprende gli estratti vegetali, come ad esmepio calendula, licopene, carota ed aloe che sono ricchi di antiossidanti ed infine ci sono le molecole purificate e di sintesi, definite “antistress”.
Interessanti le molecole antistress!
Sì, sono definite antistress perchè in natura vengono sintetizzate quando le condizioni ambientali sono sfavorevoli.
Tra queste citiamo la timetrilglicina che è idrocoordinante e stabilizzante delle membrane, il b-glucano, polisaccaride idrocoordinante con azione potenziante sul sistema immunitario, il γ-orizanolo presente nell’olio di crusca di riso che è un filtro solare naturale che intercetta la radiazione UV e ne ostacola la trasmissione e l’ectoina, sostanza che regola l’equilibrio osmotico della membrana cellulare e protegge le molecole vitali.
L’Ectoina agisce sul fotoinvecchiamento da UVA (test in vitro) e protegge il contenuto idrico cutaneo in condizioni di stress (test in vivo).
Sa darci altre anticipazioni sul futuro delle formulazioni cosmetiche dei solari?
Tra le strategie per aumentare la stabilità dei filtri possiamo citare l’ inclusione in ciclodestrine che sono oligosaccaridi ciclici idrofobi all’interno e idrofili all’esterno che incapsulano il filtro in modo reversibile.
L’ intercalazione in matrici organiche, come ad esempio l’ inserimento in strutture cristalline per i filtri solari idrosolubili, e l’incapsulazione per cui si parla di nanoparticelle solide lipidiche oppure di microcapsule con guscio di silice oppure di nanocapsule di polimeri organici.
Un settore, quello della ricerca e sviluppo nell’ambito della protezione solare, in continuo fermento. A presto per altre novità.